«Is my B1 your B1?» o in che misura i certificati di lingua sono comparabili?
La domanda «Is my B1 your B1?», divenuta nel frattempo una sorta di aforisma, è stata pronunciata in origine da Charles Alderson, professore di anglistica alla Lancaster University nonché esperto qualificato nell’ambito dei «test linguistici». Con questo quesito, in parte retorico, voleva sottolineare, tra le varie cose, che non solo devono essere comparabili tra loro le diverse versioni di uno specifico test, ma anche i differenti test concepiti per verificare le competenze linguistiche di uno stesso livello.
In ambito europeo, la comparabilità o l’equivalenza dei test linguistici standardizzati è garantita generalmente dal fatto che sono allineati al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) e/o associati ai sei livelli di competenza QCER (A1, A2, B1, B2, C1 e C2). I descrittori esemplificativi del QCER descrivono le azioni linguistico-comunicative che l’utilizzatrice o l’utilizzatore della lingua deve sapere eseguire correttamente e le caratteristiche qualitative del suo spettro linguistico per soddisfare i criteri stabiliti per un determinato livello di competenza. I descrittori si concentrano su diversi aspetti fondamentali di un dato livello QCER, senza avere la pretesa di descrivere in maniera esaustiva tutto ciò che è rilevante (cfr. QCER 2020: 42). Pertanto, alle istituzioni che offrono test linguistici si suggerisce di far riferimento ai livelli QCER per l’elaborazione delle specificazioni dei test e dei criteri di valutazione e di analizzare approfonditamente quali descrittori sono rilevanti per il loro contesto specifico (cfr. QCER 2020: 44). In questo processo devono tenere conto dei seguenti aspetti:
- Chi deve attestare le proprie competenze linguistiche mediante il test? Quali sono le caratteristiche principali delle/dei potenziali partecipanti al test?
- In quali aree linguistico-comunicative e situazioni devono sapere agire correttamente le persone che sostengono il test?
- Quali competenze concrete deve possedere chi sostiene il test per poter essere in grado di eseguire correttamente le azioni linguistico-comunicative tipiche del contesto specifico?
A seconda del modo in cui si risponde a queste domande, le istituzioni che offrono test selezionano i descrittori QCER rilevanti per loro e li adeguano al contesto specifico. Di conseguenza, durante un singolo test viene sempre verificata solo una parte del possibile spettro di competenze comunicative. In altre parole, tutti i test misurano competenze che rispecchiano un determinato livello QCER, ma che possono variare più o meno a seconda del contesto. In fase di interpretazione e utilizzo dei risultati dei test occorre quindi concentrarsi sempre sulla seguente domanda: Chi utilizzerà la lingua testata? Quando? Con chi? E a quale scopo? Ad esempio, alcuni esami standardizzati che verificano le competenze linguistiche generiche risultano essere significativi a livello generale per molti contesti della vita di tutti i giorni, ma non sono assolutamente indicati per attestare le conoscenze di uno specifico linguaggio specialistico. Viceversa, sulla base dei risultati di un test di lingua in ambito economico non è possibile trarre automaticamente conclusioni sul grado di integrazione linguistica delle persone partecipanti in ogni singolo Paese in cui la lingua testata funge da lingua ufficiale e/o lingua utilizzata per la comunicazione.
Quanto appena affermato può essere illustrato con il seguente esempio concreto: Il test fide, anch’esso allineato al QCER, misura il livello di integrazione linguistica delle persone migranti adulte in Svizzera, ovvero la loro capacità di gestire sul piano linguistico e comunicativo situazioni concrete tipiche della vita di tutti i giorni nel nostro Paese. Di conseguenza, il risultato di un test fide indica in che misura le persone partecipanti sono preparate ad affrontare le difficoltà linguistico-comunicative legate alla vita quotidiana in Svizzera. Analogamente a molti altri test standardizzati, il risultato viene espresso in termini di livello QCER sul cosiddetto «passaporto delle lingue» e pertanto può essere confrontato con i risultati di questi test dall’ottica del QCER. Il «passaporto delle lingue», tuttavia, ha la sua massima significatività per gli stakeholder che interagiscono e comunicano tra loro nel contesto della migrazione e dell’integrazione in Svizzera.
In quest’ottica, alla domanda nel titolo di questo articolo si potrebbe rispondere nel modo seguente: Essendo allineati al QCER, i test standardizzati per l’attestazione dello stesso livello sono sostanzialmente comparabili. A fare la differenza è, tuttavia, la loro finalità e l’utilizzo previsto dei risultati del test: A seconda del contesto, «my B1» può porre l’accento su aspetti differenti rispetto a «your B1» e, di conseguenza, verificare e attestare competenze diverse.
Bibliografia Consiglio d’Europa. 2020. Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione. Volume complementare (QCER). Strasburgo: Consiglio d’Europa. |