Con “lingua seconda” si intende la lingua della regione che accoglie le persone immigrate. Per molti migranti non si tratta infatti della seconda lingua che imparano, ma sarà la lingua che useranno come seconda lingua nel quotidiano, accanto alla loro lingua di famiglia, nel nuovo ambiente di vita.L’insegnamento di una lingua seconda si distingue dall’insegnamento di una lingua straniera (ad es. un corso serale d’inglese) per l’orientamento costante alla vita di ogni giorno: i discenti hanno bisogni comunicativi immediati nel loro quotidiano e questi possono diventare i contenuti del corso; e dall’altra parte possono applicare direttamente nella pratica ciò che hanno appreso in classe.
L’insegnamento delle lingue secondo i principi di fide si basa sui bisogni dei discenti e sulle loro risorse. Persone che non hanno mai imparato a leggere e scrivere, o che lo hanno imparato solo in modo rudimentale, dispongono di altre risorse per imparare una nuova lingua e per gestire situazioni comunicative. L’insegnamento basato su scenari, infatti viene incontro ai bisogni dei discenti poco o non alfabetizzati: possono incrementare le loro competenze comunicative utilizzando le proprie risorse, senza che lo sviluppo delle loro capacità orali venga limitato dai deficit a livello scritto.
Lo sviluppo delle capacità di lettura e scrittura in età adulta è un processo lungo. In un corso di alfabetizzazione l’approccio alla lettura e alla scrittura avviene in modo contestualizzato, sulla base di testi autentici e in connessione con situazioni quotidiane in cui viene spesso usata la scrittura. Allo stesso tempo i discenti possono progredire con situazioni di comunicazione orale più complesse e raggiungere un livello più alto di competenza orale. Ciò a condizione che le persone poco o non alfabetizzate possano imparare in gruppi ad hoc e non vengano inserite in gruppi di discenti alfabetizzati.
Un ambito operativo designa un contesto sociale, un settore della vita quotidiana. Comprende un numero di situazioni frequenti: gli scenari. fide comprende 11 ambiti operativi:
1. Casa2. Bambini3. Lavoro4. Ricerca di lavoro5. Amministrazione6. Media e tempo libero7. Mobilità8. Acquisti9. Posta, banca e assicurazione10. Salute11. Corsi di formazione
Questi ambiti operativi e gli scenari relativi sono stati rilevati e verificati in un’analisi dei bisogni compiuta in tutta la Svizzera. Rispecchiano pertanto ambiti di vita centrali nella quotidianità in Svizzera.
L’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide è fortemente caratterizzato dall’orientamento all’azione e dall’orientamento ai bisogni: nei corsi si trattano contenuti che sono rilevanti per i discenti poiché riguardano la loro situazione di vita attuale e aiutano loro a gestire i compiti e le difficoltà che si presentano nella quotidianità. Oltre alle competenze linguistiche comunicative vengono sviluppate anche le loro conoscenze socioculturali.
Secondo il principio della co-costruzione, i discenti sono visti come protagonisti e partner attivi nella co-gestione del processo di apprendimento.
La documentazione dei risultati dell’apprendimento rappresenta un aspetto importante nell’insegnamento secondo i principi di fide: raccogliere i “prodotti”, quali testi modello o schede di vocabolario relativo a un tema, e verificare regolarmente i progressi compiuti, facilita il processo di valutazione e di pianificazione. Particolarmente per i discenti poco scolarizzati, una documentazione del proprio percorso di apprendimento costituisce il presupposto per lo sviluppo dell’abilità di autovalutazione e di identificazione dei propri bisogni: in questo modo possono diventare protagonisti e partner attivi nel processo di co-costruzione del processo di apprendimento.
Fide non prevede una forma standardizzata per una tale documentazione, per esempio un raccoglitore particolare. A seconda del gruppo di partecipanti, del livello e degli scopi del corso, la documentazione può prendere forme e dimensioni diverse. Sotto la rubrica “Risorse didattiche” del sito web si trovano comunque diversi strumenti e materiali utili per l’allestimento e la strutturazione di una documentazione del percorso di apprendimento.
E previsto che gli organizzatori di un corso di lingua rilascino, al termine del corso, un attestato standardizzato per quanto riguarda la struttura e il contenuto. Comprende, oltre ai dati personali, gli scenari trattati durante il corso, il livello generale dei discenti (orale e scritto), eventuali competenze specifiche e una raccomandazione per un prossimo corso.
La formatrice o il formatore segue le prestazioni dei partecipanti durante il corso e procede regolarmente a valutazioni intermedie. Alla fine del corso si fa un bilancio delle competenze durante il quale si riguardano le valutazioni; idealmente ciò avviene in un colloquio individuale e si basa sul dossier di lavoro dei partecipanti.
Allo scopo di sviluppare l’abilità di gestire autonomamente l’apprendimento e per facilitare la co-costruzione (uno degli aspetti centrali dell’insegnamento secondo i principi di fide), è essenziale che i discenti abbiano regolarmente l’occasione di riflettere sui progressi compiuti e di auto-valutare le proprie capacità.
Per gli scenari modello sono state sviluppate delle schede di autovalutazione, con riferimento a dei criteri chiari e concreti. Queste schede servono da modello o possono dare degli spunti per sviluppare strumenti di autovalutazione relativi ad altri scenari.
Nella banca dati degli scenari formatori e autori di materiali didattici trovano diverse indicazioni per ogni scenario:
Per diversi scenari della vita di tutti i giorni sono state pubblicate delle cartoline foto, cioè serie di immagini che illustrano le tappe di uno scenario. Davanti, è raffigurata una situazione o un’azione dello scenario, e dietro appare un’espressione cha la descrive.
In aula, le cartoline foto possono servire a degli scopi diversi, ad esempio
La co-costruzione del processo di apprendimento è uno dei fondamenti su cui si basa l’insegnamento secondo i principi di fide. Co-costruzione significa che i discenti acquisiscono competenze linguistiche e conoscenze sulla vita in Svizzera confrontandosi e scambiando idee e conoscenze con i colleghi del corso e la formatrice e il formatore approfondendo ed elaborando i contenuti in comune. I discenti sono protagonisti e partner attivi e contribuiscono con i propri interessi, esperienze, conoscenze, opinioni e valori. Il programma del corso è regolarmente valutato e discusso in comune e adeguato ai bisogni espressi nel gruppo. In un processo di apprendimento che viene co-gestito dai partecipanti in questo modo, i discenti s’impegnano e sono motivati perché stanno lavorando su contenuti per loro pertinenti e verso obiettivi rilevanti, ciò che influisce positivamente anche sui risultati.
Gran parte degli organizzatori di corsi d’italiano hanno le proprie procedure per indirizzare le persone interessate al corso più adatto in modo da permettere loro un apprendimento proficuo.E fondamentale, in questo contesto, che il livello linguistico attuale dei discenti non sia l’unico criterio su cui si basa il collocamento in un corso. Altrettanto importante per il successo dell’apprendimento sono fattori quali il bagaglio scolastico, gli obiettivi personali o i bisogni legati alla situazione attuale dei singoli migranti.
Discenti poco scolarizzati o persone che hanno appreso la lingua italiana fuori aula nella vita quotidiana possono, ad esempio, aver sviluppato le competenze orali ma non quelle legate alla lettura e alla scrittura. Una procedura di collocamento in un corso che si basa su un test scritto sarebbe quindi inadeguato allo scopo.
Nel quadro del progetto fide è stato sviluppato un metodo di collocamento che rileva, da una parte, le competenze comunicative orali, e dall’altra, il grado di scolarizzazione e la dimestichezza con la lettura e la scrittura. Gli strumenti corrispondenti sono a disposizione per il download nello shop o possono essere ordinati in forma cartacea.
Il termine interculturalità si riferisce all’interazione consapevole e rispettosa tra persone che provengono da ambienti culturali differenti, tra i loro sistemi di valori e le loro particolarità. L’apertura nell’incontro e la percezione di differenze e di punti in comune permettono di riflettere sul proprio imprinting culturale. Dal dialogo interculturale può nascere, in certi casi, una nuova comprensione dei fatti, una ”intercultura”.Gruppi di discenti con sistemi di riferimento culturali e sociali diversi richiedono questa sensibilità da parte dei formatori e una gestione ponderata e consapevole dei diversi vissuti, ad esempio quando si tratta di aiutare loro a “interpretare” il loro nuovo ambiente di vita. Allo scopo di accompagnare e sostenere i partecipanti nel processo d’apprendimento, i formatori devono in particolare essere aperti nei confronti di rappresentazioni diverse dell’apprendimento e dell’insegnamento, e cercare di riconoscere e sfruttare strategie e percorsi di apprendimento differenti.
Il profilo delle competenze che è stato definito per le formatrici e i formatori tiene conto di queste esigenze, e possono prepararsi a questo aspetto difficile del loro compito frequentando un modulo di formazione specifico.
Le descrizioni degli scenari fide suddividono gli scenari in tappe; ogni tappa comporta uno o più compiti comunicativi. I compiti comunicativi descrivono azioni orientate a un obiettivo, ad es. “Compilare il formulario di richiesta di rinnovo del permesso di dimora” oppure “Salutare la funzionaria allo sportello ed esporre il motivo della visita“.
Nella banca dati degli scenari fide, per ogni compito comunicativo viene precisato il contesto con l’indicazione del mezzo di comunicazione, dell’interlocutore, del luogo e delle risorse necessarie.Nell’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide, i compiti comunicativi costituiscono la base per la formulazione di obiettivi didattici significativi.
L’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide si pone come primo obiettivo di sviluppare, il più rapidamente possibile, la capacità dei nuovi immigrati di muoversi autonomamente nella vita quotidiana in Svizzera. Nel quotidiano prevale la comunicazione orale, e pertanto questa sta al centro nella maggior parte degli scenari fide.
Esistono, dall’altra parte, anche situazioni in cui è importante essere in grado di capire testi scritti (ad es. brevi comunicati delle autorità o lettere rivolte ai genitori di scolari) o di scrivere (ad es. riempire un formulario o scrivere un messaggio al datore di lavoro o alla maestra del figlio). Negli scenari in cui la comunicazione scritta è il mezzo preferito, questa va anche integrata nell’insegnamento.
Per gli scenari modello sono stati sviluppati dei modelli di testi per situazioni comunicative ricorrenti, sia per dialoghi (ad es. fissare un appuntamento al telefono) sia per brevi comunicati scritte (ad es. comunicare l’assenza del figlio dalla scuola).
Per agire nelle situazioni di vita quotidiana professionale o privata, oltre le competenze linguistiche, quasi sempre serve anche sapere Come funziona qui? o Come si fa qui?, ad esempio: Che cosa devo fare in caso di un’incidente? Cosa succede se non pago una fattura entro il termine? Cosa devo fare se mio figlio non può andare a scuola? Come dovrei salutare l’impiegata allo sportello del controllo abitanti?
L’insegnamento basato su scenari mira allo sviluppo delle competenze operative, perciò le conoscenze socioculturali vanno integrate nelle lezioni. Informazioni di tipo socioculturale sono particolarmente preziose nei corsi di livello base: sapere come si svolgerà una determinata situazione può dare sicurezza a chi dovrà affrontarla con mezzi linguistici ancora limitati.
Le situazioni comunicative descritte nella banca dati degli scenari fide si riferiscono a un ampio spettro della vita quotidiana in Svizzera, ma non costituiscono un catalogo esaustivo. Nell’insegnamento secondo i principi di fide, i contenuti del corso vengono scelti insieme ai partecipanti e in base alle loro esigenze. Di solito, i bisogni comunicativi dei discenti corrispondono almeno in parte ai contenuti di libri pubblicati per l’apprendimento della lingua italiana oppure alle situazioni descritte nella banca dati degli scenari. Per altre esigenze, la formatrice o il formatore, insieme al gruppo, può sviluppare degli scenari nuovi e specifici.
Nel caso in cui si utilizzano materiali didattici già esistenti, questi dovrebbero essere adattati il più possibile agli interessi e ai bisogni dei discenti e alla situazione locale, riferendosi alle esperienze dei partecipanti e integrando materiali autentici della regione.
Il “Curriculum di riferimento per la promozione delle competenze linguistiche dei migranti”, pubblicato nel 2009, costituisce la base e il punto di partenze del progetto fide. Tenendo conto delle pratiche d’aula attuali e dei risultati di ricerche recenti nel campo dell’apprendimento delle lingue, nel Curriculum di riferimento sono state formulate delle raccomandazioni per ottimizzare l’offerta per l’apprendimento delle lingue locali. Queste raccomandazioni si riferiscono ad ambiti quali gli obiettivi della promozione dell’apprendimento della lingua locale, l’organizzazione dei corsi, i metodi d’insegnamento, il controllo della qualità e la valutazione dei risultati.
Fonte: www.pubblicazionifederali.admin.ch, No. 420.011.i (oppure download dal sito web di fide).
I descrittori delle competenze linguistiche descrivono, in modo preciso, delle capacità linguistiche. Per tutti gli scenari contenuti nella banca dati degli scenari fide, i descrittori corrispondono – per quanto possibile tenendo conto della situazione della migrazione – a quelli del Quadro comune europeo di riferimento (QCER). I descrittori delle competenze linguistiche si riferiscono ai livelli A1, A2 e B1 e, con l’aggiunta di esempi, sono adeguati al contesto dello scenario in questione.
Con l’intenzione di dare un ulteriore strumento ai formatori, per i scenari modello sono stati formulati dei cosiddetti descrittori “Sono in grado di …”. Questi descrittori di abilità linguistiche si riferiscono agli aspetti centrali di ciascuna delle tappe di uno scenario.
I descrittori “Sono in grado di ...” si basano sui descrittori delle competenze linguistiche della banca dati degli scenari, sono però formulati in un linguaggio più accessibile. Possono quindi, ad esempio, servire per definire gli obiettivi didattici insieme al gruppo. Le indicazioni di livello associate ai descrittori indicano a partire da quale livello del QCER la competenza descritta può costituire un obiettivo valido e raggiungibile per i discenti.
Per tutti gli scenari esistono descrizioni delle competenze operative ai livelli A1, A2 e B1. Questi testi descrivono ciò che una persona – nella situazione dello scenario – può fare a un livello determinato e come lo può fare. Nella preparazione del suo corso, la formatrice o il formatore può leggere i testi per farsi un’idea di quanto possa aspettarsi dai partecipanti a un livello determinato. Può anche utilizzare le descrizioni delle competenze operative per valutare le prestazioni linguistiche dei discenti. A questo scopo le prestazioni saranno confrontate con le descrizioni.
Per tutti gli scenari modello, sul sito web si trovano “diari d’aula”. In forma di racconto vengono illustrate attuazioni didattiche dello scenario in questione, su livelli diversi e in ambienti di corso differenti.I “diari d’aula” hanno lo scopo di dare degli spunti ai formatori e di illustrare come l’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide si può tradurre nella pratica e come le risorse didattiche disponibili potrebbero essere adattate e integrate nei corsi.
L’insegnamento basato su scenari si presta bene a discenti poco scolarizzati. Offre aiuti concreti nella gestione della vita di tutti i giorni perché si basa su situazioni autentiche. L’apprendimento in questo modo diventa attivo e produce risultati tangibili, ciò che coinvolge maggiormente questo gruppo di discenti.
D’altra parte, con l’approccio basato su scenari si sono ottenuti buoni risultati ugualmente con gruppi di discenti con presupposti scolastici sviluppati: partendo da situazioni quotidiane concrete si possono anche affrontare e approfondire in modo sistematico il lessico e le strutture linguistiche e, nel contesto di alcuni scenari, si trova una ricca scelta dei testi scritti da leggere e delle occasioni autentiche per cimentarsi nella scrittura.
Per le persone alloglotte che desiderano integrarsi in Svizzera, l’apprendimento rapido della lingua locale è essenziale. Si dovrebbero quindi privilegiare i metodi d’insegnamento che permettono di apprendere con più efficacia, valorizzando anche le conoscenze e le esperienze di cui i migranti adulti dispongono già (orientamento alle risorse).
Inoltre, le ricerche sull’apprendimento hanno dimostrato che la competenza comunicativa in una lingua viene sviluppata in modo ottimale se nei corsi si affrontano delle situazioni che sono di rilevanza immediata per i discenti. Dovrebbero essere al centro la comprensione e lo sviluppo del vocabolario, mentre la grammatica ha una funzione sussidiaria. Alla base dell’insegnamento secondo i principi di fide sta quindi l’orientamento costante alle situazioni che sono importanti nella quotidianità dei discenti.
L’insegnamento delle lingue secondo i principi di fide ha come primo obiettivo di dare alle persone immigrate gli strumenti per gestire, al più presto, le situazioni comunicative ricorrenti nella loro quotidianità. E ovvio che commetteranno ancora degli errori. La formatrice o il formatore dovrebbe intervenire con la correzione là dove l’errore può causare delle difficoltà di comprensione o dei malintesi. Il metodo più efficace è quello che permette ai discenti stessi di riconoscere l’errore e, di conseguenza, di auto-correggersi.
Ricerche scientifiche dimostrano che la correttezza può essere sviluppata solo a un livello avanzato. Se si insiste sull’espressione corretta già all’inizio dell’apprendimento, questo può causare insicurezza nei discenti, che quindi avranno paura di esprimersi o svilupperanno delle strategie per evitare situazioni comunicative.
L’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide ha come punto di riferimento i bisogni attuali dei discenti e non i cataloghi di obiettivi ed elementi linguistici che stanno alla base degli esami di lingua conosciuti sul piano internazionale (TELC, CELI, CILS ecc.). Però, anche lavorando su scenari i discenti sviluppano competenze linguistiche orali e scritte che permetteranno loro, al momento opportuno, di affrontare un esame esterno. Si consiglia di offrire ai discenti una preparazione mirata affinché conoscano bene i tipi di compito che dovranno svolgere e le strategie vincenti per affrontarli.
Gli esami internazionali si riferiscono tuttavia poco alla vita quotidiana di migranti e i loro bisogni comunicativi in Svizzera, e non sono molto adatti a discenti poco scolarizzati. Il test fide, per contro, propone una procedura d’esame comune a tutte le regioni linguistiche, concepita specificamente per la realtà svizzera, e che tiene conto anche delle difficoltà particolari di persone poco scolarizzate.
Nel quadro del progetto fide sono stati realizzati 72 brevi filmati nelle lingue italiano, francese e tedesco, in cui si vedono persone immigrate con vari livelli linguistici in diverse situazioni comunicative. Esempi di testi scritti dimostrano le competenze raggiunte nella comunicazione scritta.
Questi esempi di riferimento sono stati valutati e commentati da esperti e possono servire, ad esempio nella formazione continua di formatori o di rappresentati delle autorità, per sviluppare una concezione comune dei livelli del Quadro comune europeo di riferimento. I brevi filmati si prestano anche per l’integrazione nei corsi, ad esempio per introdurre uno scenario.
L’insegnamento delle lingue a migranti richiede competenze elevate da parte dei formatori e delle formatrici, soprattutto considerando che i presupposti e gli obiettivi dei discenti possono essere molto divergenti. Nel quadro del progetto fide è stato definito il profilo delle competenze e su questa base è stata sviluppata una qualificazione specifica per formatrici e formatori di lingua nell’ambito dell’integrazione. Questo profilo comprende gli elementi seguenti:
I relativi corsi di formazione e di perfezionamento sono offerti da diverse organizzazioni in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.
Nell’insegnamento delle lingue secondo i principi di fide la grammatica non sta al centro. In primo luogo, le persone immigrate dovrebbero acquisire le competenze comunicative che gli permetteranno di muoversi con la maggiore autonomia possibile nella loro quotidianità. All’inizio, ovviamente, commetteranno ancora degli errori frequenti; a un livello superiore si può dare più importanza alla correttezza.
L’insegnamento basato su scenari presenta comunque numerose occasioni per sviluppare la consapevolezza circa le strutture della lingua italiana e per esercitare queste strutture all’interno di un contesto significativo. Lo scenario “Annunciare un incidente”, ad esempio, richiederà le forme verbali del passato.
L’insegnamento che si orienta agli scenari quotidiani ha inoltre il vantaggio che strutture linguistiche importanti e frequenti – per esempio la forma di cortesia, i pronomi o i verbi modali – riappaiono regolarmente e possono essere ripetute ed esercitate.
Persone immigrate da paesi diversi, con riferimenti culturali ed esperienze personali differenti rappresentano un pubblico destinatario molto eterogeneo. L’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide si presta, di principio, a tutti i gruppi di destinatari, perché gli obiettivi e i contenuti dei corsi vengono sempre adeguati ai bisogni dei partecipanti.
Gruppi destinatari specifici (ad es. persone analfabete, richiedenti l’asilo o giovani adulti) possono avere dei bisogni a cui si può rispondere meglio in gruppi separati. E’ inoltre consigliabile di non formare gruppi in cui discenti scolarizzati e poco scolarizzati devono imparare gli uni accanto agli altri.
Di regola, le classi di lingua sono eterogenee per quanto riguarda la lingua di partenza, le conoscenze d’italiano già acquisite, gli stili di apprendimento, i bisogni, ecc. Un metodo per permettere a tutti, entro i limiti del possibile, di raggiungere i propri obiettivi, può essere l’insegnamento differenziato. L’insegnamento basato su scenari, di principio, viene incontro ai bisogni di gruppi con discenti di livelli differenti: al centro sta la gestione di situazioni comunicative, e questo è possibile a diversi livelli. Seguendo lo stesso programma di base, i discenti possono definire e realizzare obiettivi individuali divergenti.
e più problematiche ed esigenti sono le classi in cui si trovano sia discenti con una buona preparazione scolastica sia discenti poco scolarizzati, cioè gruppi che hanno dei presupposti molto divergenti e hanno bisogno di forme d’insegnamento e apprendimento diverse. Se possibile, le persone scolarizzate e quelle poco scolarizzate dovrebbero avere la possibilità di imparare in gruppi separati, anche se per formarli si deve rinunciare a una differenziazione più sottile dei livelli di competenza.
Persone alloglotte immigrate in Svizzera devono presto potersi orientare nel loro nuovo ambiente di vita, e gestire delle frequenti situazioni di contatto nel loro quotidiano. Per discenti principianti d’italiano, è un prezioso aiuto conoscere lo svolgimento presumibile di una situazione, ad es. annunciarsi al comune di domicilio o aprire un conto corrente postale.
L’insegnamento a principianti secondo i principi di fide parte da questa premessa: i discenti affrontano le situazioni importanti e rilevanti per loro in quel momento, e si preparano a “cavarsela” con poche parole e con l’aiuto di strategie comunicative non verbali. Man mano impareranno poi a gestire questi scambi con maggiore spontaneità e autonomia.
L’insegnamento basato su scenari ha come primo obiettivo l’acquisizione di competenze operative per la vita di ogni giorno. Situazioni quotidiane, con il loro decorso prevedibile di azioni e scambi comunicativi (scenari) costituiscono i punti di partenza e di riferimento per il processo di apprendimento. Di solito, il lavoro con uno scenario inizia con la visualizzazione della situazione, del contesto e della sequenza prevista di scambi comunicativi. Ciò permette ai discenti, da una parte, di sviluppare le loro conoscenze su un tassello specifico della vita quotidiana in Svizzera e, dall’altra, di valutare le loro competenze linguistiche in merito e di formulare i loro bisogni di apprendimento. In seguito, sono identificati obiettivi concreti e adeguati al livello linguistico dei discenti e si procede poi alla pianificazione del percorso di apprendimento. Esercitandosi nelle situazioni comunicative concrete, i discenti saranno in grado di valutare loro stessi i propri progressi.
Gli scenari possono essere trattati a livelli diversi: se i discenti sono ancora principianti, possono comunque cercare di gestire uno scenario facendo uso di strategie di compensazione. A un livello più avanzato, si possono definire obiettivi qualitativi più ambiziosi, pur riferendosi allo stesso scenario.
Un metodo possibile per lavorare con gruppi eterogenei in modo proficuo è l’insegnamento differenziato. Significa che i discenti, individualmente o in piccoli gruppi,
L’insegnamento differenziato esige molto dai formatori (ad es. pianificazione e preparazione di compiti differenziati), ma è indispensabile per almeno una parte del corso, in modo da favorire l’apprendimento dei singoli discenti. La gestione di livelli diversi nello stesso gruppo sarà facilitata se gli obiettivi e il bagaglio scolastico dei partecipanti sono simili. Si dovrebbe cercare di tener conto di questo fatto nella procedura di collocamento in un corso.
L’insegnamento orientato all’azione è un approccio didattico che mette al centro l’elaborazione di situazioni comunicative autentiche. All’interno dello spazio protetto dell’aula, vengono sviluppate le risorse utili (lessico, conoscenze socioculturali, strutture linguistiche adatte, ecc.) con l’obiettivo di affrontare e co-gestire le situazioni in questione anche nella realtà al di fuori dell’aula.
Nell’insegnamento orientato all’azione, i discenti si esercitano con compiti comunicativi reali, o perlomeno realistici, e rilevanti per loro. In ciò sviluppano non solo le loro competenze linguistiche ma anche le loro abilità ad affrontare compiti in modo strutturato, a cercare soluzioni a problemi e ad apprendere in modo autonomo.
La caratteristica specifica dell’insegnamento orientato all’azione secondo i principi di fide è che situazioni e compiti comunicativi non vengono trattati in modo generico e isolato (ad es. “presentarsi” o “redigere una lettera di presentazione”) ma sono contestualizzati e integrati nel decorso di uno scenario (ad es. “Presentarsi come nuovo vicino” o “Candidarsi per un posto di lavoro”). Questo modo di procedere, da una parte, è efficace dal punto di vista della psicologia d’apprendimento, e dall’altra facilita l’assimilazione di informazioni socioculturali.
Il Quadro comune europeo di riferimento (QCER) definisce sei livelli per descrivere le competenze linguistiche: A1, A2, B1, B2, C1, C2. Il livello più basso è A1, quello più alto C2. La comunicazione nella vita quotidiana in genere è già garantita al livello B1; per cui nell’ambito del progetto fide ci si riferisce solo ai livelli A1 – B1.
Gli scenari di fide si basano su situazioni concrete e necessarie per i migranti, e non possono e non devono essere collegati a priori a un livello di competenza linguistica. La formatrice o il formatore può trattare lo stesso scenario a livelli diversi. In un corso A1 porrà l’accento ad es. sulle strategie di compensazione e su nuove parole o espressioni che saranno di grande aiuto per garantire una comunicazione minima in una situazione reale.
Le descrizioni delle competenze operative disponibili per tutti gli scenari evidenziano le prestazioni che si possono aspettare da discenti ai livelli A1, A2 e B1. Le descrizioni permettono quindi alla formatrice o al formatore di dare il peso giusto a certi elementi nell’elaborazione dello scenario con un gruppo specifico.
Nell’ambito del progetto fide, non sono stati sviluppati dei materiali didattici comprensivi per l’insegnamento ai migranti, ma dei materiali di base e delle risorse che dovrebbero aiutare i formatori e le formatrici a realizzare dei corsi adeguati ai bisogni e orientati alle esigenze comunicative quotidiane dei partecipanti. I formatori possono far riferimento a libri di testo pubblicati per l’insegnamento dell’italiano oppure possono basare l’insegnamento su materiali e testi che fanno parte della vita quotidiana e integrare schede di lavoro proprie.
La decisione di non sviluppare un “libro di testo fide”, si basa anche sulla convinzione che il processo di apprendimento dev’essere costruito insieme al gruppo di discenti e il più possibile far riferimento alle loro esigenze comunicative immediate – un libro di testo che fa delle scelte riguardo i contenuti proposti e la loro sequenza non sarebbe lo strumento adatto all’insegnamento secondo i principi di fide.Il sito web di fide, dall’altra parte, propone numerosi suggerimenti e risorse per la realizzazione di corsi basati sull’insegnamento secondo i principi di fide:
Per facilitare ai formatori la produzione di materiali adattati ai bisogni specifici del loro gruppo, sul sito web di fide si trovano diversi modelli di documento che possono essere scaricati:
Un breve manuale d’uso illustra come i modelli possono essere utilizzati.
Gli scenari modello contengono schede con modelli di testi orali o scritti per scambi comunicativi che di solito seguono un decorso abbastanza prevedibile, ad es. fissare un appuntamento dal medico o scrivere un SMS per comunicare la propria assenza dal posto di lavoro per malattia.
Con l’aiuto dei modelli di documento i formatori possono sviluppare altri modelli di testo, sia per scambi orali sia per brevi testi scritti, adatti al loro gruppo di partecipanti.
Nell’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide, la definizione e la verifica di obiettivi occupano un posto fisso nel processo di apprendimento:
Le schede “Obiettivi di apprendimento” e “Progressi” sono a disposizione, per tutti gli scenari modello, sul portale web. Per il lavoro pratico in aula, anche con altri scenari, si possono scaricare i modelli di documento relativi.
I discenti sono più motivati e imparano più velocemente se possono applicare direttamente ciò che hanno appreso a scuola. Nell’insegnamento secondo i principi di fide, viene dato spazio ai bisogni attuali dei discenti, e dall’inizio i discenti sono invitati a partecipare alla scelta dei contenuti e dei punti centrali dei corsi. Ovviamente non è sempre possibile soddisfare i bisogni e le richieste di ciascuno. L’orientamento ai partecipanti e ai loro bisogni significa anche che gli obiettivi e i contenuti vengono “negoziati” nel gruppo e che insieme si stabiliscono delle priorità.
Il dialogo continuo tra la vita quotidiana dei discenti e ciò che accade a scuola è decisivo per il successo dell’apprendimento. L’insegnamento basato sugli scenari della vita di tutti i giorni facilita questo transfer.
Il passaporto delle lingue attesta le competenze orali e scritte nelle lingue ufficiali svizzere: italiano, tedesco e francese. È rilasciato dal Segretariato fide su mandato della Segreteria di Stato della migrazione SEM.
Ci sono diverse possibilità di ottenere il passaporto delle lingue: il test fide, la presentazione di un certificato riconosciuto, la presentazione di un dossier fide o la partecipazione in un examen da rumantsch.
Per la comunicazione nel quotidiano è più importante la comprensione rispetto alla correttezza grammaticale. Perciò, nell’insegnamento secondo i principi di fide, si cercherà di sviluppare una pronuncia comprensibile, anche se, a dipendenza della lingua di partenza, certi suoni dell’italiano possono presentare grandi difficoltà per chi apprende questa lingua.
Il Quadro comune europeo di riferimento (QCER) definisce sei livelli di competenza per l’apprendimento delle lingue straniere (A1, A2, B1, B2, C1, C2) e li descrive in riferimento alle cinque abilità seguenti: comprensione orale, comprensione scritta, monologo e interazione orale, produzione scritta. Il sistema fide si concentra sui livelli da A1 a B1. Gli obiettivi di apprendimento formulati per gli scenari fanno riferimento ai rispettivi livelli QCER.
Gli scenari, nella pratica in aula, possono essere utilizzati a livelli diversi. Le descrizioni delle competenze operative ai vari livelli illustrano come i discenti riusciranno, probabilmente, a gestire un determinato scenario ai livelli A1, A2 e B1. I descrittori “Sono in grado di ...” possono essere d’aiuto nella definizioni di obiettivi di apprendimento realistici e adatti al livello del gruppo specifico.
Gli scenari contenuti nella banca dati degli scenari fide si riferiscono in primo luogo ai bisogni linguistici dei migranti residenti che abitano e lavorano in Svizzera. Richiedenti l’asilo, nel loro quotidiano, dispongono di una libertà d’azione limitata e possono quindi avere dei bisogni linguistici in parte differenti.
Nell’insegnamento secondo i principi di fide, la formatrice o il formatore adatta, in accordo con il gruppo, i contenuti del corso ai bisogni attuali del gruppo di partecipanti: si sceglieranno degli scenari che sono rilevanti per loro, o le tappe di scenari saranno adattate alla situazione dei richiedenti l’asilo. L’approccio didattico dell’insegnamento basato su scenari può quindi essere implementato con successo anche in corsi d’italiano nell’ambito dell’asilo.
Nel termine “risorse” si raggruppano tutti i mezzi che rendono possibile o più facile la gestione di una situazione comunicativa: mezzi linguistici ma anche esperienze personali, conoscenze socioculturali, strategie comunicative, ecc.
Sotto la rubrica “Risorse didattiche” i formatori trovano idee e risorse concrete per mettere in pratica l’insegnamento basato su scenari secondo i principi di fide, ad esempio
Per un certo numero di scenari della banca dati degli scenari fide sono stati sviluppati ulteriori materiali esemplari (risorse didattiche):
Per gli scenari modello esistono anche dei “diari d’aula” che illustrano attuazioni didattiche possibili dello scenario in questione in contesti diversi.
Uno scenario descrive una sequenza di azioni che conducono a un obiettivo concreto, ad es. “Rinnovare il permesso di dimora”. Gli scenari descrivono quindi situazioni comunicative che di regola seguono un decorso abbastanza prevedibile (qualche volta anche con delle varianti), che coinvolgono persone con un ruolo preciso e per cui di solito si fa uso di determinati canali e mezzi comunicativi (ad es. una conversazione al telefono, un SMS, un formulario, un colloquio faccia a faccia).
Per ogni scenario, la banca dati degli scenari fide comprende una descrizione del decorso probabile delle singole tappe dello scenario, con eventuali varianti; le tappe a loro volta vengono suddivise in compiti comunicativi, e per ogni compito comunicativo vengono elencati i descrittori delle competenze linguistiche che precisano quali abilità linguistiche servono per gestire il compito comunicativo in questione. La banca dati degli scenari fide contiene inoltre delle descrizioni delle competenze operative che illustrano quali prestazioni si possono aspettare da parte di discenti ai livelli A1, A2 e B1 nella situazione specifica.
Nella vita quotidiana, le situazioni comunicative orali sono molto più frequenti rispetto a quelle di comunicazione scritta. Perciò, nell’insegnamento linguistico secondo i principi di fide, le abilità orali sono al centro. Ci sono pertanto anche delle situazioni nel quotidiano in cui è importante anche lo scritto, ad es. ci si trova spesso a dover compilare dei formulari nel contatto con uffici e autorità oppure, nella vita professionale, lasciare un breve messaggio a un collega.
Nell’insegnamento basato su scenari, la scrittura non è sviluppata in maniera isolata ma sempre nel contesto di scenari concreti. L’accento è posto sulla comprensibilità del linguaggio e sull’adeguatezza della forma. Discenti principianti o poco scolarizzati possono far riferimento a modelli di testi e adattarli a una situazione data nella vita reale.
Le strategie sono piani o modelli per dirigere e orientare l’azione adottati in maniera più o meno consapevole per eseguire dei compiti di vario tipo, quindi anche di tipo linguistico-comunicativo, in determinati contesti. Nel QCER vengono citate strategie volte a pianificare, eseguire, controllare e correggere azioni. Per l’esecuzione dei compiti, le strategie si rifanno alle competenze, intese come risorse, ossia a) a competenze generali e b) a competenze linguistico-comunicative. Se tali risorse sono poco sviluppate vengono utilizzate strategie di compensazione, in parte in maniera intensiva.
Di regola, i scenari comprendono tutto il decorso di un’azione, cioè diverse tappe. Per esempio, lo scenario “Rinnovare il permesso di dimora” comprende le tappe “Capire l’avviso di scadenza del permesso”, “Richiedere il rinnovo del permesso” e “Ritirare il permesso”.
Le tappe di uno scenario possono comportare diversi compiti comunicativi. La tappa “Richiedere il rinnovo del permesso”, ad esempio, comprende la compilazione del formulario e poi la consegna del formulario e dei documenti richiesti allo sportello.
Nell’insegnamento basato su scenari, di regola le tappe si prestano come base per la pianificazione dettagliata delle unità didattiche.
L’accertamento dei bisogni di migranti e l’analisi delle aspettative della società in Svizzera hanno mostrato che le TIC rivestono un ruolo importante nella vita dei migranti. Questa popolazione si affida alle TIC in misura molto diversa; molti usano il computer e il cellulare ad es. per mantenere un contatto con parenti rimasti nel paese d’origine via skype, e-mail, SMS o MSN. Altri navigano anche in internet per la ricerca di varie informazioni.
Le TIC sono diventate una parte integrante della vita quotidiana. Chi non è in grado di gestire i mezzi informatici si vede escluso da sempre più ambiti della società e incontra dei limiti nella vita professionale e privata. Perciò l’uso di internet e di applicazioni web fa chiaramente parte del lavoro con i scenari fide, soprattutto nei gruppi di discenti poco scolarizzati e/o con scarsa dimestichezza con le tecnologie moderne.
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Il test fide è un test per comprovare le competenze nelle lingue ufficiali svizzere: italiano, tedesco e francese, ai livelli A1, A2 e B1.
I compiti da svolgere nel test si riferiscono a situazione che si incontrano anche nella vita quotidiana in Svizzera, come ad es. capire una circolare inviata da un ente, parlare con l’insegnante del figlio, compilare un formulario.
Le competenze orali e scritte sono valutate separatamente. Si possono presentare alla parte «Parlare e capire» del test fide anche persone che non sanno, o sanno in modo molto limitato, leggere e scrivere.Il risultato del test non è espresso con «superato» o «non superato», ma i partecipanti ricevono il passaporto delle lingue con l’indicazione dei livelli raggiunti nelle parti orale e scritta.
La valutazione continua dell’apprendimento occupa una posizione importante nell’insegnamento secondo i principi di fide: identificare e fissare per iscritto i risultati dell’apprendimento costituisce la base per lo sviluppo dell’autonomia dei discenti. Attraverso la maggior consapevolezza dei propri progressi e bisogni, i discenti diventano partecipi e co-responsabili del pilotaggio del processo di apprendimento e del miglioramento dei risultati.
La riflessione regolare sulle competenze acquisite e non ancora acquisite è essenziale per il processo d’apprendimento: la formatrice o il formatore può di seguito adattare i contenuti di un corso al profilo del gruppo o dei singoli discenti, e i discenti stessi hanno modo di rendersi conto dei progressi fatti e dei passi ancora da compiere.
Nell’insegnamento secondo i principi di fide vengono privilegiate le modalità collaborative di valutazione, per esempio un feedback dato dai colleghi del corso dopo un gioco di ruoli, secondo dei criteri stabiliti insieme precedentemente, oppure un commento della formatrice o del formatore che serve a fissare i passi successivi nel corso dell’apprendimento.
Negli scenari modello sul sito internet di fide sono indicati i momenti che si prestano per una valutazione, e si trovano le risorse didattiche corrispondenti, per esempio griglie per la valutazione di un gioco di ruoli o un compito scritto, criteri per l’autovalutazione o per un feedback da parte dei colleghi del corso. Inoltre, sono messi a disposizione dei formatori delle schede per valutare sia le prestazioni orali sia quelle scritte dei discenti, senza rapporto diretto con gli scenari.
Nell’insegnamento secondo i principi di fide, il processo di valutazione e autovalutazione è supportato dall’allestimento di una documentazione individuale in cui i discenti annotano i loro obiettivi e i progressi compiuti, aggiungendo dei “prodotti” del lavoro fatto in classe o fuori, ad es. liste di parole ed elementi comunicativi, dialoghi modello per certe situazioni o testi scritti da loro redatti.
Quando si impara una lingua nuova, il vocabolario è essenziale, soprattutto all’inizio: al limite, situazioni comunicative possono essere gestite anche con poche parole isolate e l’uso di gesti.
Per discenti principianti è difficile concentrarsi sul contenuto da comunicare e sulla grammatica corretta allo stesso tempo. Perciò ai livelli base si consiglia di imparare dei “chunks”, cioè delle espressioni o gruppi di parole che non vengono analizzati ulteriormente, ad esempio “Abito a Lugano Paradiso” o “Scusi, avrei una domanda”.
Cos’è uno «scenario»? Cosa si intende per «valutazione»?Di seguito, trovate una serie di brevi spiegazioni riguardo ai concetti centrali e alle questioni didattiche più importanti relative al progetto fide.
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